Edizione anno 2022

LEGÀMI..IO SONO PERCHÈ NOI SIAMO

In questa sesta edizione del concorso chiediamo ai e alle partecipanti di interrogarsi sui legàmi che più contribuiscono a definire la loro identità.Legàmi di sangue o di amicizia, di lavoro o sportivi, ma anche legame con un animale o una terra. Attaccamento a un valore, un oggetto o un ricordo, capace di raccontare chi siamo.

ISCRIVITI ENTRO IL 10 MARZO 2022

GIURIA

Diego Andreatta

Diego Andreatta

Giornalista e sociologo, lavora dal 1985 al settimanale “Vita Trentina”, del quale è direttore dal 2015. È corrispondente dal 1996 di “Avvenire”.

Prodigio

Paolo Tavonatti

Insegnante e poeta.

Pierino Martinelli

Pierino Martinelli

Informatico di professione per molti anni, assume nel 2009 la Direzione della Fondazione Fontana Onlus, che ha fra le sue priorità la promozione di una cultura della vulnerabilità come risorsa. Come Direttore della Fondazione ha maturato esperienze nell’ambito della cooperazione internazionale, con una relazione strategica con il Kenya, dell’ Educazione alla Cittadinanza Globale e dell’Informazione sui temi della pace, della sostenibilità ambientale e dei diritti umani.

Nadia Martinelli

Nadia Martinelli

Scrittrice, poetessa, presidente Associazione Donne in cooperazione di Trento.

Flavia Castelli

Flavia Castelli

Responsabile dell’Ufficio Qualità dei Servizi (Servizio Politiche Sociali) della Provincia Autonoma di Trento.

Giulia Scianna

Vincitore sezione “racconto”: Giulia Scianna

Il Futuro negli occhi

Una schiera di seggioline rosse gremisce la palestra. Nel loro colore sbiadito, nel linoleum scheggiato e nelle sbucciature delle pareti si mostra il susseguirsi delle esistenze scolastiche del paese. L’aria si sta riempiendo del vociare dei bambini, entusiasti all’idea di una divagazione dalla tabella di marcia che scandisce i giorni passati ai banchi.
La familiarità che ho con questa grande stanza diventata per l’occasione auditorium allevia la mia ansia. Le parole scritte mi mettono più a mio agio di quelle dette a voce. Tengo in mano un quaderno sgualcito, lo scrigno di un momento lontano ma ancora oggi luminoso, carico di promesse. Dentro, adagiato sulle pagine a righe con una calligrafia così disciplinata da non sembrare affatto imparentata con i miei tratti frettolosi e accidentati, c’è un tema. Un viaggio in Irlanda, i colori, i suoni, i volti di una terra sconosciuta nel mio sguardo di bambina. E un giudizio, “Eccellente”, marchiato a fuoco in fondo al compito, accompagnato da una nota, “Scrivi, Marianna, scrivi!”.

Dopo la fine della scuola, io e la maestra Ada ci incrociammo ogni tanto, venendo a sapere l’una dell’altra soprattutto per vie traverse. Fino ad una mattina di primavera. Lavoravo allora per una ditta di serramenti della zona, avevo fatto uno stage dopo la laurea ed ero rimasta come impiegata. Lei stava ristrutturando casa e aveva preso appuntamento per dare un’occhiata a degli infissi. Non sapeva mi avessero assunta e le spiegai che lavoravo alla reception e curavo i rapporti con l’estero. Aggiunsi anche che scrivevo i contenuti per il sito, i cataloghi, le comunicazioni, fingendomi convinta quando alla sua domanda su come mi trovassi risposi che mi piaceva lavorare lì. Non dissi che mi ero accontentata, ancorata a quel posto dal senso di responsabilità verso un padre stanco e un fratello fragile mista alla mia innata propensione a nascondermi dalla vita. Con un sorriso che, lo percepii, le costava sforzo, la maestra mi disse che era felice per me. Si congedò e s’incamminò verso il salone espositivo, ma decise di fermarsi e tornare indietro. Appoggiò la sua mano sulla mia e, con lo sguardo di una madre o una vecchia amica che capisce senza bisogno di spiegazioni, mi confidò: “Il talento va lasciato correre, se te lo tieni chiuso dentro finisce per consumarti”.

Quelle parole si sono radicate in me e, pur senza particolari cure, hanno fatto tesoro di tutto il sole e la linfa che hanno trovato per sbocciare in una spinta a spiccare il volo. Sono loro che mi hanno portata qui, nella mia vecchia scuola, a parlare dei miei viaggi e dei miei articoli. Mi fanno cenno che possiamo iniziare. Vengo presentata come “la famosa giornalista che ci ha reso tutti orgogliosi”. Ora tocca a me. Mi avvicino al microfono e inizio così: “Quando qualcuno ti guarda e vede in te il tuo futuro, puoi arrivare lontano. Sono qui perché la mia maestra mi ha detto di scrivere, e io l’ho ascoltata”.

Elisa Crestani

Vincitore sezione “fotografia”: Elisa Crestani

INCONTRARSI DOPO UN SECOLO

La foto vincitrice
Incontrarsi Dopo Un Secolo
Ivano Chistè

Vincitore sezione “poesia”: Ivano Chistè

Dopo tant tèmp

Dopo tant tèmpù
T’ò fat en tòrt papà
desmentegandome de ti
come se fa coi dispiazéri.
Squasi che fussa stada
na tó decisión balòssa
de nar via en prèssa
senza gnanca saludarme.
Ò anca begà cól Sioredio
quela séra lónga e stròva
ma el ma scoltà zito
e l’è na senza saludar anca Èlo.
Dopo tant tèmp ale tante
te domando perdón papà
e forsi, e arivà anca l’ora
de far la paze cól Sioredio.

 

Dopo tanto tempo

Ti ho fatto un torto papà \ dimenticandomi di te \ come si fa con i dispiaceri. \\ Quasi fosse stata una tua decisione balorda \ di andare via in fretta \ senza nemmeno salutare. \\ Ho anche litigato con il Signore Iddio \ quella sera lunga e scura \ ma mi ha ascoltato in silenzio \ e se ne è andato senza salutare anche lui. \\ Dopo tanto tempo finalmente \ ti domando perdono papà \ e forse, è arrivata anche l’ora \ di fare pace con il Signore Iddio \\